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giovedì 1 novembre 2012

Plazeando

Oigo a hombres hablando de lo suyo y a un niño llorando porque su papá no le presta atención.
En la calle que está a mi derecha veo algunos tenderetes, cuyos artículos están de rebajas.
Enfrente de mí hay una gran plaza con un Duomo y varios cafés con sus mesitas llenas de gente.
La plaza huele a gas de escape y aperitivos del sábado.
Mientras mis ojos están atraídos por las luces que brillan desde los balcones de los antiguos palacios que rodean esta vieja plaza, mis oídos se pierden en miles de ruídos que circulan por un aire tan lleno de presencias humanas como si fueran miles de grillos buscando amores timpánicos.

venerdì 24 febbraio 2012

Appunti...

Venerdì

Giorni di carte.

Se solo lo facessi con più forza, se fossi meno timido…

Non hanno il senso della decenza. Si aggirano per i loro uffici a chiacchierare, come fanno sempre d’altronde.

Un attimo e… Ciao… Addio Vita!

Non è utile lo sconforto, preferisco di gran lunga una vitalità dirompente e incontrollabile.

Non riesco mai a capire come possa scorrere il tempo. Mi lascia sempre di stucco!

Perché non mettersi a correre? E poi…
Aspettare gli altri o le cose? Aspetterò solo chi se lo merita.

Inutile impietosirti!

Non mi piace essere sempre l’ultimo, nemmeno essere sempre il primo! La cosa mi rende nervoso; alla fine mi prenderò la mia bella rivincita, costi quel che costi!


giovedì 23 febbraio 2012

Tristana

Sabato.

Alla fin fine hanno deciso di amputarmi la gamba sinistra. La mia bellissima figura ne rimarrà sconvolta…

Che cosa dovrei farne adesso del mio corpo? Come potrò continuare a suonare divinamente il piano? Stavo pensando a una carriera da attrice ma… Chi mai vorrebbe vedere una povera zoppetta recitare la parte di Ofelia?
Quella era pazza non storpia!

Ora dovrò pensare a qualcos’altro, ma ho la testa così piena di drammi e immagini che l’unica cosa cui riesco a pensare veramente è il mio dolce Horacio. Chissà se sta pensando a me?

Beh, caro Diario, non sarà certo una gamba mozzata a spezzare le mie ali, sarò io piuttosto quella che spezzerà qualche collo...
Mi leggi proprio tra le dita, mio bel Diario, riesci a leggere i mie pensieri più intimi e a immaginarti la testa di quel vecchiaccio suonare le tre, attaccata al batocchio della chiesa di San Francesco El Grande…

Non sono poi così violenta… forse lo potrei esser stata, se solo fossi vissuta in un altro luogo… se solo fossi nata a Toledo…

Ti prometto che da domani andrò a visitare quella famosa chiesa almeno una volta la settimana e, tornando, mi fermerò ad assaggiare uno di quei dolcetti della pasticceria sotto casa e metterò quel mio vizio sul conto di don Lope, così forse potrà ripagarmi della mia povera gamba.

Ti saluto mio bel Diario.

La tua Franceschetta… Tristana.

mercoledì 22 febbraio 2012

Watashi wa dare.

Come un cane
malato di una rabbia di solitudine
sento la paura sgorgare dai tuoi occhi
Stanchi...

La tua voce StRiDeNtE
mi gratta nella gola
e il mio Ego senza maschera
si ciba della tua sofferenza.

Mi ritrovo poi,
solo, a essere bestia accecata
dalla tua chiara paura
che mi abbaglia e pervade

Rendendo il mio cuore più nero,
bianco come la Luna,
cereo come l'odio che hai bevuto,

Che ho provato...

Argento del risentimento
che a stento freno
e forte sento.