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giovedì 23 febbraio 2012

Tristana

Sabato.

Alla fin fine hanno deciso di amputarmi la gamba sinistra. La mia bellissima figura ne rimarrà sconvolta…

Che cosa dovrei farne adesso del mio corpo? Come potrò continuare a suonare divinamente il piano? Stavo pensando a una carriera da attrice ma… Chi mai vorrebbe vedere una povera zoppetta recitare la parte di Ofelia?
Quella era pazza non storpia!

Ora dovrò pensare a qualcos’altro, ma ho la testa così piena di drammi e immagini che l’unica cosa cui riesco a pensare veramente è il mio dolce Horacio. Chissà se sta pensando a me?

Beh, caro Diario, non sarà certo una gamba mozzata a spezzare le mie ali, sarò io piuttosto quella che spezzerà qualche collo...
Mi leggi proprio tra le dita, mio bel Diario, riesci a leggere i mie pensieri più intimi e a immaginarti la testa di quel vecchiaccio suonare le tre, attaccata al batocchio della chiesa di San Francesco El Grande…

Non sono poi così violenta… forse lo potrei esser stata, se solo fossi vissuta in un altro luogo… se solo fossi nata a Toledo…

Ti prometto che da domani andrò a visitare quella famosa chiesa almeno una volta la settimana e, tornando, mi fermerò ad assaggiare uno di quei dolcetti della pasticceria sotto casa e metterò quel mio vizio sul conto di don Lope, così forse potrà ripagarmi della mia povera gamba.

Ti saluto mio bel Diario.

La tua Franceschetta… Tristana.

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